Milano-Roma-Barcellona: trans Soulwax express | |
di: Fabio De Luca 1. THE SECRET ORIGINS OF SOULWAX. Comera quando eravate bambini? Tu Stephan eri il pił grande quindi probabilmente sei stato il primo ad ascoltare musica "seria" in casa... Stephen: Si, anche perchč quando ervavamo bambini David era appassionato di fumetti molto pił che di musica. Che fumetti ti piacevano? Cose tipo la Marvel, supereroi? David: No, no. Fumetti belgi, che qui in Italia sicuramente non sono mai arrivati, molto pił oscuri di Tintin. Mai sentito parlare di Franke? No? [e qui elenca una serie di autori e titoli in fiammingo stretto...]. Per un periodo il mio sogno era diventare disegnatore di fumetti... e ancora non č detta lultima parola. Quando cominceremo a fare dischi brutti, allora smetterņ e diventerņ un disegnatore di fumetti! Quindi comč entrata la musica nelle vostre vite di bambini? Stephen: Molto presto. Nostro padre era un dj della radio nazionale belga, e dunque la nostra casa era piena di dischi. I dischi sono una cosa alla quale siamo letteralmente cresciuti in mezzo, ma ricordo che a dieci anni io volevo comperare i miei dischi: aveva probabilmente a che fare con levoluzione, con laffermazione della propria identitą... Cera solo questo piccolo negozio di dischi a Gent, dove vivevamo, e io sono diventato molto amico di quelli che ci lavoravano. E' lģ che ho scoperto i Virgin Prunes Cioč: avevi dieci anni e comperavi i Virgin Prunes?!? Stephen Undici anni per lesattezza: ho comperato il mio primo disco a undici anni, e - sģ - erano i Virgin Prunes! E non hai idea di quanto ero orgoglioso della mia piccola pila di dischi che cresceva settimana dopo settimana: mio padre aveva scaffali pieni di dischi, ma anchio avevo la mia piccola pila! E poi lui riceveva in promozione tutte le uscite delle major, mentre io compravo cose super-oscure come The Glove, i primi Simple Minds... Qualche anno pił tardi David ha cominciato a suonare la chitarra, essenzialmente perchč i suoi due migliori amici avevano formato una band e lui voleva suonare con loro, e nel frattempo anchio avevo una band con degli amici, anche se in realtą non abbiamo mai suonato una singola nota, ci limitavamo a passare ore ed ore a discutere di come avremmo dovuto suonare e come sarebbe stato essere famosi, e - insomma - io poi ho suonato per un paio di volte con unaltra band, e poi con unaltra ancora, finche per puro caso io e David non ci siamo ritrovati nella stessa band. Ma č stato davvero un caso. Č una costante della nostra storia, noi non abbiamo mai cercato di fare nulla: non abbiamo mai cercato di essere in una band insieme, non abbiamo mai cercato di essere dei dj, non abbiamo mai cercato di fare dei dischi che poi ci portassero a fare delle interviste nelle quali ci veniva chiesto come avessimo cominciato a suonare insieme... I Soulwax a che punto della storia sono nati? David: Subito! Soulwax era il nome della prima band che ho formato. Come dico sempre: Soulwax were my first band, and they will be my last... E quandč che - per citare il vostro amico James Murphy - avete "venduto le chitarre per comprare due giradischi"? David: Mi pare sia stato nel 1999. A tutti e due piaceva mettere i dischi: ad esempio prima dei nostri concerti nei locali dove suonavamo, oppure alle feste. Nel 1999 la radio nazionale belga ci ha chiesto se volevamo preparare per loro unora di programma con tutte le nostre canzoni preferite, e noi labbiamo fatto. Con ProTools, nel nostro studio, preparandolo proprio bene, con tutte le canzoni che si incastravano una nellaltra. Noi ci siamo divertiti tantissimo a farlo, e a loro č piaciuto da impazzire: quindi ci hanno chiesto se ci andava di preparare altre sei puntate di unora, poi altre dodici, poi altre dodici ancora, finchč non č diventato un programma fisso nel palinsesto, per oltre due anni. Stephen: Onestamente allinizio eravamo sicuri fosse una cosa che non interessava a nessuno tranne noi due che la facevamo... Il fatto che suonassimo un pezzo dgli Undertones e poi passassimo ad una traccia house... non era esattamente facile da capire, in quel momento: era il 1999, e la dance e il resto erano ancora due cose molto ben distinte. David: Ora andiamo nei club e sentiamo fare esattamente quello che noi facevamo cinque anni fa! Adesso sembra una cosa normale, persino banale... Ecco appunto, questo č il problema: voi avete aperto una strada e - come puntualmente accade a quelli che aprono una strada - siete stati raggiunti da quelli che applicano lidea nel modo pił banale. Cosa che peraltro vale perfettamente anche per tutta lormai mortalmente noiosa questione del "mash-up" o bootlegging... Stephen: E pensare che abbiamo cominciato a farlo solo perchč... perchč ci veniva cosģ! Casualmente nello stesso periodo anche Richard X stava facendo qualcosa di simile, come pure Erol Alkan... La gente pensa che ci sia una sorta di di "piano", di progetto, dietro tutto questo, ma non č cosģ. Nemmeno ci conoscevamo, ci siamo conosciuti dopo, e abbiamo scoperto che avevamo questa idea in comune, di portare unattitudine punk in un mondo - quello della dj-culture - che aveva totalmente perso il senso delle proporzioni. A questo punto la sfida sarebbe di andare oltre il vostro stesso stereotipo... Anzi: il fatto che sia voi che Erol abbiate praticamente smesso di suonare bootleg e facciate dei set di electro molto compatta probabilmente indica gią una strada. David 2Many DJs č una cosa nata per gioco, e forse prima o poi altrettanto per gioco finirą, quando smetterą di essere divertente. Stephen: Talvolta ci viene il dubbio che forse stiamo diventando esattamente quel tipo di superstar-dj che prendevamo in giro allinizio. Stiamo nei migliori alberghi, ci pagano un sacco di soldi per andare a suonare in posti come il Giappone... Perchč? Alla fine siamo dei dj, suoniamo dischi fatti da qualcunaltro! Non abbiamo fatto niente di speciale: anzi, abbiamo fatto quello che Grandmaster Flash fa da una vita, solo labbiamo fatto con mezzi tecnologici pił avanzati! Abbiamo preso i frammenti migliori di tutte le cose che ci piacevano e li abbiamo messi insieme. Ascoltando Any Minute Now viene nettamente da pensare che non sarebbe uscito cosģ se in mezzo non ci fossero stati i tre anni come 2Many DJs... Stephen: Assolutamente! Le due cose si sono fuse ad un punto che non possono pił essere distinte neanche da noi stessi. Nellultimo anno e mezzo tutti i momenti in cui non eravamo in giro a suonare come 2Many DJs li abbiamo passati in studio a registrare lalbum dei Soulwax, per noi era veramente un tuttuno, anche se Any Minute Now non č esattamente un album "dance". Tranne forse NY Excuse, che non a caso sta gią circolando in white label... Stephen: La Pias ne ha stampato 300 copie, e uno dei Daft Punk ha telefonato chiedendo di averne una copia, e lha suonato due volte in una sera! David: La prima volta che Tiga lha suonato ha messo il disco e poi č sceso tra la gente per ballarlo! Stephen E pensare che era un vecchio riff che stava lģ nel nostro archivio da anni. In origine il pezzo era una cosa alla Queen Of The Stone Age: ora della traccia originale non č rimasto quasi nulla, ma un giorno la pubblicheremo per far sentire comera... Comunque, a luglio dello scorso anno lo abbiamo tirato fuori e Flood con il quale stavamo lavorando in studio ha detto: "hmm, non č male, riesco quasi a sentire il rumore della strada in sottofondo ed una ragazza che parla". E noi: "eeh?". E lui: "dovreste andare a New York, lavorarci con James Murphy della DFA". E noi: "oh, certo, qualunque scusa per andare a New York č buona!". Solo che una volta arrivati a NY abbiamo fatto quasiasi cosa meno che andare in studio a registrare, e ci siamo trovati il pomeriggio dellultimo giorno che dovevamo per forza inventarci qualcosa da portare alla casa discografica che aveva pagato la nostra "vacanza" a NY, e James ha detto: "se questa č la vostra scusa per essere qui a New York allora il titolo sarą New York Excuse", e Nancy Whang degli LCD Soundsystem ha cominciato a parlare al microfono dicendo come stesse discutendo con quelli della casa discografica "questa č la scusa che abbiamo preparato: č abbastanza per quello che state pagando?", e noi e James abbiamo cominciato a provare dei suoni di synth. Insomma, in meno di unora il pezzo č venuto fuori! 2. TRAINS, CARS & AEROPLANES. Difatti: circa una settimana dopo, a Barcellona. Sopra un prato di turf verde, guardando il traffico di gente che gira tra il SonįrDome, il SonįrLab, il SonįrComplex e il SonįrVillage. Un pubblico-tipo giovane, mediamente carino, equamente diviso tra ragazzi e ragazze, che arriva "da 33 paesi diversi" (dice una nota dellufficio stampa, che evidentemente li ha contati) e veste prevalentemente colori chiari, magliette e pantaloni che sembrano (probabilmente sono) usciti da Gap, H&M, o da qualche simil-gap. E'mezzogiorno e mezza, la tre giorni č appena iniziata ma gią si respira unaria da Woodstock della generazione laptop. Il pubblico č stravaccato per terra, siede in cerchio e beve e fuma e amoreggia esattamente come allora, anche se il prato č di plastica (ma la cosa non sembra stonare) e il suono che arriva dai tre palchi č come un ronzio, come un fruscio continuo, come il rumore di fondo di una centrale elettrica sotto cui si agitano ritmi spezzati. This is Sonįr. Nel caso non ne abbiate mai sentito parlare (improbabile, ma non cč limite alla provvidenza), il Sonįr č un festival "di musica elettronica". Si svolge da una decina di anni sotto la supervisione di un affiatato team organizzativo e in larga parte grazie allincondizionato sostegno, morale e materiale, del Comune di Barcellona (che per tre giorni regala lutilizzo dello splendido Centro di Cultura Contemporanea e delladiacente Museo dellArte Contemporanea). Negli ultimi cinque anni il Sonįr ha raggiunto un profilo ed una capacitą di calamitare appassionati da tutti gli angoli del pianeta che non ha eguali in nessun altro festival analogo. Probabilmente perchč questa č lunica occasione per vedere "tutto" tutto insieme, concentrato in tre lunghissimi, interminabili giorni durante i quali dormi poco, ascolti molto, bevi moltissimo e chiacchieri con centinaia di persone. Questanno si parla di 85.000 biglietti staccati tra il Sonįr de Dia e quello de Noche, nel corso dei tre giorni. Venerdģ e sabato č stato dichiarato il sold-out sin dal mattino, con tanto di bagarini fuori dallingresso e rigorosissimi controlli per evitare che i soliti italiani usassero uno stesso pass in dieci. 3. NOTTE ROSA (SEMBRA ESPLOSA). Sabato, ultimo giorno. Dopo la consueta giornata sonįriana e unaltra mezza dozzina di laptop-set, la sera si decide di bigiare il temibile Sonįr de Noche (peccato per TIGA, DJ HELL e i MASSIVE ATTACK) e di infilarsi invece in un clubbetto verso la fine della Rambla dove cč una festa extra-Sońar delletichetta Output di TREVOR JACKSON, e dove i fratelli faranno un set a sorpresa di cui pochissime persone sono al corrente. Il posto si chiama "Nitsa", ed č una sala da ballo risalente con ogni probabilitą agli anni Cinquanta: tutta in legno, con tende rosse e grossi lampadari pure in legno che sorreggono grosse palle di vetro tipo lampioni. Il dancefloor principale č delimitato da due anelli (sempre in legno) di sedute, con ogni probabilitą la zona nella quale anticamente le ragazze aspettavano linvito dei cavalieri. Poi ci sono due micro-sale da trenta/quaranta persone luna, ricavate ai due estremi della balconata superiore. Tempo unora e il locale sarą stipato di gente allinverosimile, mentre la temperatura salirą fino a livelli impensabili. Caldo, caldissimo. Se i corpi non si fondono luno nellaltro come in Society poco ci manca. "Questa č la dimensione che ci piace di pił!" dice fratello Stephen entusiasta: "ieri č stato bello, ma... troppo superstar. Rischia di essere come guidare un aereo di linea. Emozionante, ma senti la responsabilitą di tutte le persone che stai trasportando. Stasera č la misura giusta: nč troppo grande nč troppo piccolo". E il set (alle quattro e mezza: ormai lora canonica) sarą infatti il migliore che si č ascoltato da loro in questa settimana. Totalmente electro, nettamente oscuro. Eppure lattitudine rimane "rock": per quanto fluidi i 2Many DJs non creano un flusso (come fanno i dj trance, ad esempio), non portano lascoltatore in un "viaggio", ma lavorano per micro-viaggi lunghi come ogni singola traccia, scelgono pezzi che hanno sempre "qualcosa" che li renda riconscibili. Canzoni, alla fine, per quanto destrutturate... "A fine agosto cominceremo a girare con i Soulwax, dal vivo: torniamo ad essere una vera band" dice Stephen mentre fuori albeggia. "Forse smetteremo per un po di fare i dj. Certo: serate cosģ", e qui il fratello butta un occhio alla sala gremita di gente che balla, "ci mancheranno...". Si avvicinano due ragazze giapponesi, giovanissime. Gli dicono in un orecchio qualcosa che probabilmente ha a che fare con qualche altra occasione in cui le due hanno visto i 2Many DJs dal vivo. Sayonara, sayonara. I due fratelli si guardano e sorridono. Ed č ovvio che non smetteranno MAI di fare i dj. (una versione "edit" di questo pezzo č uscita su: Rumore, settembre 2004) (pictures of Sonįr De Dia and Sonįr De Noche have been stolen from here and slightly retouched...) |
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