(think fast, fail fast, fix fast)


Yesterday's Papers

(Re)Light My Fire: ce ne frega ancora qualcosa dei Doors? (Hot)

Trentemøller, il Vasco Rossi della techno (Hot)

I ♥ Pet Shop Boys (nonostante tutto...) (Hot)

The Hours: Damien Hirst ha fondato una band (o forse no) (Hot)

SXSW: la volta all'anno che Austin diventa la capitale dell'indie mondiale
(Repubblica XL)

Bob Marley: la leggenda del santo fumatore (Io Donna)

Mile High Punk: ragionare sui Sex Pistols a 10.000 metri d'altezza (Hot)

Lacuna Coil: la cui cantante, nel caso non si fosse capito, è gnocca (Repubblica XL)

Jim Kerr: che voleva dire, esattamente, "nuovo sogno dorato"? (Io Donna)

Coldcut: "È imprevedible quello che succede quando il suono incontra la vita" (Hot)

45giri: il formato che doveva morire (Hot)

Hard-Fi: quelli che Scarlett Johansson non ha mai sentito nominare (Repubblica XL)

Incontrare Ursula Rucker e chiederle: "ma tu scrivi prima la musica o i testi?" (Hot)

Arctic Monkeys: come internet trasformò un cartone animato in realtà  (Repubblica XL)

Tiga: "la prima volta che ti chiedono un remix è come la prima volta che baci una ragazza" (Hot)

Da Brian Eno ai Franz Ferdinand: di che cosa parliamo quando parliamo di "art-rock"? (Hot)

The Strokes: "il CBGB's? che si fotta" (Repubblica XL)

Confessions On a Dancefloor: Madonna e l'ultimo capodanno dell'umanità  (Hot)

Mister Cartoon: il tatuatore più famoso del mondo e il suo ferro da stiro (Hot)

Art Brut: "abbiamo formato una band" (Hot)

Ozzy Osbourne: un vecchio zio nella casa degli orrori (Repubblica XL)

Tracey, Damien e Grayson: sai tenere un Segreto? (Io Donna)

Scuola Furano: fuga dalla scuola media (Hot)

Roisin Murphy: quella sua maglietta stretta (Rolling Stone)

Violante Placido, per gli amici Viola (Io Donna)

Joy Division, the movie: non esattamente Last Days, e nemmeno The Doors (Hot)

30 domande a... WhoMadeWho (Hot)

Allun, Offlaga, Uochi Toki e gli altri: marziani italiani (Repubblica XL)

Devendra, Sufjan, Rufus: le radici in un passato immaginario (Hot)

Sigur Ros: niente più strategia dell'oscurità , o quasi (Repubblica XL)

Arcade Fire: sette musicisti, tre funerali e un matrimonio (Repubblica XL)

C30-C60-C90: il culto del mixtape (Hot)

"Piripiri-piripiri-piripiri-pi": più famosa di Yesterday dei Beatles (Io Donna)

Tosca + The Dining Rooms: due dischi, quattro musicisti e sette bambini (Hot)

E arrivò il giorno in cui i lettori del Corriere conobbero le Coco Rosie... (Io Donna)

Tattoo You: sì, nel 2005 c'è ancora qualcuno che scrive articoli sui tatuaggi (Hot)

Springsteeniani d'Italia: il culto di Bruce (Io Donna)

From Genesis to revelation: la dj-culture scopre il prog? (Hot)

It began in Ibiza: la Summer of Love e tutto il resto (Hot)

A Grottaferrata, a sentire il nuovo album dei Subsonica, mentre loro mi guardano strano (Rolling Stone)

Joss Stone: mind the Gap, please (Io Donna)

Red Bull Music Academy: la scuola per dj più pazza del mondo (Rolling Stone)

Sk8r boi 2005: la musica che gira intorno allo skate (Hot)

Antony & The Johnsons: "volevo essere Isabella Rossellini" (Rolling Stone)

Coldplay/Guns'N'Roses: scusate il ritardo (Io Donna)

World Wide Clubbing: prima viaggiare, poi ballare (Hot)

Moby: "voglio vivere come dentro una tomba"
(Io Donna)

Discoinferno: i dieci anni che cambiarono il clubbing a NY (Rolling Stone)

Belle de Jour: "anal sex is the new black" (Io Donna)

Optimo: i biscotti per cani e il futuro del djing (Hot)

Polyphonic Spree: il meraviglioso mondo di Tim DeLaughter
(Musica di Repubblica)

Mercury Rev: in segreta migrazione (Rumore)

EMA: (mica tanto) European Music Awards (Io Donna)

White Stripes: i Kraftwerk del 2000? (Rolling Stone)

Kasabian: il Gabibbo e Charles Manson
(Musica di Repubblica)

The Cure: la vita è un lungo fascinoso imbrunire
(Rolling Stone)

Miss Violetta Beauregarde: ultra-Violetta! (Rumore)

Franz Ferdinand: il successo è una cosa che succede
(Musica di Repubblica)

Lollapalooza: Woodstock per la Generazione X
(Rolling Stone)

Io tigro, tu tigri, loro Le Tigre... (Rumore)

Duran Duran: Wild Boys vent'anni dopo
(Musica di Repubblica)

Radio Dept.: Radio Free Sweden (Rumore)

Milano-Roma-Barcellona: trans Soulwax express (Rumore)

The Libertines: "vuoi sapere che si prova ad avere nella band un potenziale Sid Vicious?"
(Musica di Repubblica)

Gabrielle Drake: Pink (Moon)base
(Rolling Stone)

Janet Jackson: e Dio creò le tette (GQ)

Discocaine: viaggio al termine del nightclubbing (Hot)

Beastie Boys: To The 5 Boroughs (Rumore)

2004: dance is (not) dead? (Rumore)

The Streets: "pensavo di essere noiosissimo, pensavo che nessuno mi capisse"
(Tutto/Rumore)

Golia & Melchiorre: un Bugo, anzi due (Rumore)

Malcolm McLaren: comprereste un'auto usata da quest'uomo? (Hot)

Do you remember the Summer of Love? (Rolling Stone)

PJ Harvey: e alla fine arriva Polly (Jean) (Rumore)

William Gibson: non tutte le predizioni devono per forza avverarsi (Tutto)

The Darkness: old Skool of Rock (Rumore)

Morrissey: un alieno a L.A. (Rolling Stone)

Von Bondies: Detroit, botte & rock'n'roll (Rumore)

Courtney Love: la fidanzata d'America (Rumore)

Coldplay: livin' la vida glamour (Rumore)

Iggy, ti presento Peaches... (Rumore)

Black Rebel Motorcycle Club: belli, neri e ribelli (Rumore)

The Rapture: punk, funk, moda & modelle (Rumore)

The Queer is Dead: trent'anni di rock non-solo-eterosessuale (Rumore)

I Maniaci Dei Dischi: il futuro è un dj a sei mani (Rumore)

La strada di Zwan: Billy Corgan e il tempo ritrovato (Rumore)

"Così Tanto Amore da Dare": in giro per Londra a caccia di Dj Falcon (Rumore)

Massive Attack: 3D, cuore di tenebra (Rumore)

Sigur Ros: "il mondo è più divertente di quel che potresti credere" (Rumore)

The Osbournes: gruppo di famiglia in un inferno (Rumore)

Last Night a DJ Saved My Life: essere dj nel 2002 (Rumore)

Primal Scream: "il problema è che noi non siamo gli Oasis" (Rumore)

David Holmes: una vita per il cinema (Rumore)

My Bloody Valentine: soffice come la neve (ma caldo dentro) (Rumore)

Stuart David: fold your book, child... (Rumore)

Chemical Brothers: è iniziato in Africa-ka-ka-ka... (Rumore)

Money Mark: lo spirito delle persone si infonde nelle macchine (Rumore)

Non solo Anniottanta: il lato oscuro dell'Eighties-revival (Rumore)

Solex: ovvero Beck con le mestruazioni (Rumore)

Starsailor: "purezza" è la parola chiave (Rumore)

Lamb: l'opposto dell'amore non è l'odio, ma la paura (Rumore)

Verdena: paura & disgusto dalle parti di Bergamo (Rumore)

Quando incontri Bjork e poi parenti e amici ti chiedono: "ma com'è lei veramente?" (Rumore)

Copia Icona: Thora Birch e il congelamento di Kate Moss (Rumore)

The rhythm, the traxx, the Basement, the Jaxx... (Rumore)

Radiohead: "odiare la musica è pericoloso" (Rumore)

Damon & Jamie: Gorillaz nella nebbiaz (Rumore)

Tool: i Radiohead del post-metal (Rumore)

Depeche Mode: l'heavy metal dello spazio interiore (Rumore)

Soft Cell: quest'ultima notte a Sodoma (Rumore)

Die Moulinettes: brevi amori a Jesolo e Bibione (Rumore)

Future Pilot AKA: Wild Thing dei Troggs è l'equivalente pop dell'uomo delle caverne (Rumore)

Daft Punk: 0ne m0re t1me? (Rumore)

Kings Of Convenience: un mondo di canzoni ideali (Rumore)

Riot Grrrls 2001: girls just want to have fun? (Rumore)

La Crus & Avion Travel: i nuovi tradizionalisti (Rumore)

Me and Alan McGee: le etichette che hanno fatto la storia, da Rough Trade alla Creation (Rumore)

Giuliano Palma & The Bluebeaters: it's a wonderful, wonderful life (Rumore)

Il giorno che Roni Size mi mandò (quasi) a quel paese (Rumore)

Mtv (de)Generation: vogliono trasformarci in Arancia Meccanica, ma noi siamo più veloci (Rumore)

Belle & Sebastian: "talvolta al mattino mi sveglio e mi sento Andy Warhol" (Rumore)

Yoshinori Sunahara: il non-luogo dell'anima (Rumore)

Londra: 333 italiani
("D" di Repubblica)

Mr.Oizo: l'uomo che muove il pupazzo (Rumore)

Nine Inch Nails (e Marylin Manson): speranza e vaselina (Rumore)

Stupiti & Confusi: apologia (o quasi) di Chloe Sevigny (Rumore)

Mò Wax: non necessariamente trip-hop
(Dance Music Magazine)

Pop Life!: dai Beatles ai Boo Radleys passando per i Sex Pistols (Rockstar)

"Generazione M": i ragazzi con la spina nel fianco (Rumore)

 

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Thursday, March 16, 2006

Per quanto tu possa provare a fregare i ritmi circadiani, alla fine saranno sempre loro a fregare te
a
La radio nella lobby del motel su Gessen Drive (sarebbe un hotel, ma io mi rifiuto di elargire la qualifica ad un luogo dal quale è impossibile allontanarsi con il solo uso delle proprie gambe) sta suonando Dead Leves and the Dirty Ground, e fra esattamente un'ora io e il mio fotografo saremo di nuovo homeless in Austin. Ormai ci siamo abituati, visto che in due giorni che siamo qui è la terza volta che ci succede. Vi risparmio i noiosi dettagli burocratici: storie di prenotazioni cancellate per errore da persone che avrebbero dovuto cancellare le prenotazioni di altra gente, sommate al fatto che da ventiquattr'ore su Austin è calato mezzo milione di homeless come noi che hanno occupato qualunque stanza d'albergo disponibile. Di questo motel mi mancherà tantissimo la cable tv con dentro una specie di Videomusic locale che a qualunque ora l'acendessi sembrava mandare solo hit minori di country-indie metà anni Ottanta (tipo: There's a Bend in the Road di The Band Of Blacky Ranchette).

Invece, ieri sera. Me l'avevano raccontato, che nei giorni del SXSW il centro (o meglio: il gruppo di strade che incrociano la East 6th) diventa una specie di Città dei Ragazzi, di Disneyland dell'indie-rock, ma vi assicuro che vederlo è un'altra cosa. Collodi doveva avere in mente qualcosa di simile quando si è inventato il Paese dei Balocchi di Pinocchio. Una perdita d'occhio di bar e baretti e locali e localetti, uno attaccato all'altro, quasi tutti a ingresso gratis, dai quali esce la musica di decine di centinaia di gruppi da tutta l'America e talvolta anche fuori. La regola è: cinquanta minuti a gruppo e dieci per cambiare il palco. La maggior parte sono gruppi e gruppetti sconosciuti, di cui magari hai sentito un pezzo su qualche blog. Poi ci sono anche quelli più conosciuti ed i secret gig (tipo ieri sera i Flaming Lips, credo ne parlerà oggi pomeriggio M-O-D), ma il punto è che tra una venue e l'altra ci sono al massimo dieci minuti a piedi, e questo involontariamente fa del SXSW l'esperienza di consumo musicale più moderna che sia possibile immaginare proprio perchè vicinissima - praticamente indentica - a quello che sta diventando il modello di fruizione della musica indie più diffuso oggi: un pezzetto qui, un pezzetto lì, un mp3 sentito in rete, un altro che ti ha mandato un amico. E dunque qui: un posto in cui entri perchè ti piace quello che senti dalla porta, un pezzetto di concerto a cui vai perchè te l'ha consigliato uno dei cui gusti ti fidi, un altro di cui hai letto. Una specie di modalità blog esportata in 3D, nel mondo reale. Per me - che dopo mezz'ora faccio fatica a non annoiarmi a qualunque concerto (tranne gli LCD Soundsystem) - è una mano santa. Ma è ovvio che può funzionare soltanto qui, a queste condizioni, limitatamente ai quattro giorni del festival. Il Paese dei Balocchi, appunto.

Poi, alla fine, ieri sera niente José Gonzalez e niente Annie: siamo arrivati tardi e c'era una coda infinita per entrare (i pass laminati del SXSW non servono a saltare la fila, e io la trovo una cosa di grande democrazia). Così dietro consiglio del mio fotografo siamo andati a sentire un giovanissimo cantautore del Massachusset - di cui, tipicamente, ancora non sono riuscito a imparare il nome, che dovrebbe contenere una roba tipo "Nelson": io è da ieri che quando voglio parlare di lui lo chiamo alternativamente Willie Nelson, Nelson Mandela e Ammiraglio Nelson - e dovrebbe, in teoria, avere una piccola hit al suo attivo intitolata Oxygen. Molto ventenne e molto John Lennon ventenne. Vedendolo ragionavo sulla ormai avvenuta ricostruzione del continuum, ma su questo vi tedio un altro giorno.

Poi Belle & Sebastian. Sì, c'erano pure loro. In un posto che ci entravi e sembrava il cortile di uno sfasciacarrozze, poi entravi dentro una costruzione che sembrava un chiosco degli hamburger (forse perchè era un chiosco degli hamburger), poi finalmente uscivi sul retro e ti trovavi davanti ad una roba grande più o meno come la vallata di Glastonbury, piena di tutti gli indie filo-britannici del Texas. E B&S, visti così lontani da casa, sembravano ancora più marziani e piovuti sul palco per caso del solito. Voi che li conoscete bene, dov'ero io quando loro scrivevano una canzone che dice più o meno «quando tu eri disco io ero punk», o qualcosa del genere? Su una base elettronica wannabe-ironica? Faceva molto ridere, ieri sera. Anche se due secondi dopo eravamo già via di lì, a cercare la mia nuova band preferita del mondo intero, i Coloured Shadows da Los Angeles, che sono un specie di cosmica risultante di Smiths e Spacemen 3, e sono talmente fighi (nel loro sembrare una banda di malinconici teenager appena rifiutati dal casting-comparse di O.C.) da non aver fatto l'unico pezzo un minimo famoso del loro repertorio, Tiger Mask.

Poi dovevamo andare a sentire il gruppo sul cui essere la prossima grande cosa ho rotto le palle a chiunque nelle ultime quarantott'ore, gli You Say Dance? We Say Die!, ma il mio fotografo voleva andare a salutare i suoi amici ...And You Will Know Us By The Trail Of Dead (e ha vinto lui perchè tra i due i Trail Of Dead avevano sicuramente il nome più stronzo) e lì ci siamo attardati e quando siamo arrivati gli You Say avevano appena finito di suonare, così abbiamo deciso che il fenomeno You Say Dance? era «sooo yesterday afternoon» e che chiunque fosse andato a vederli era vecchio.

In giro per la città ci sono i cartelloni pubblicitari di una cosa chiamata safedate.com attraverso la quale ogni prosperosa ragazza del Texas in età da dating può richiedere la fedina penale del tipo che le ha chiesto un appuntamento.

E ieri Starbucks regalava caffè.

Stasera invece il programma è questo:



Da Austin è tutto, ore 11 del mattino circa. A domani.

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