First impressions of Strokes a Si, c’era Drew Barrymore, you read it here first. Si, tutti i truzzi del mondo sembravano essersi dati appuntamento al Transilvania per farsi fare le foto con il braccio attorno alle di lei spalle come fossero best buddies dai tempi del liceo. Si, lei sopportava con quell’aplomb ed apparente noncuranza che solo i veri divi e le vere dive possiedono. Si, se non mi dicevano che quella era Drew Barrymore non l’avrei mai riconosciuta poichè ella è assai più piccola e più spigolosetta che sul grande schermo, e detto fra noi sembra una che si tiene, ok, ma nulla di più, tipo che potrei farvi un lungo elenco - e un giorno lo farò - di donne assai più materassabili (ma anche solo: assai più conversabili) di lei. E venendo invece alle cose serie, tipo l’esclusivissimissimo concerto degli Strokes nella platea del quale è avvenuta l’apparizione di DB, l’estrema sintesi è: sono strani. Bravi ma strani. Prima stranezza: Julian Casablancas sembra uno che canta con la voce di un altro. Tipo la voce di qualche crooner defunto negli anni Quaranta, direttamente dall'oltretomba. La voce di un morto ritornante alla Joe Dante (sia detto come un contorto, elaborato, citazionista complimento). Seconda stranezza, sembra sempre che stiano suonando dentro un loro video, o dentro uno show televisivo. Ti aspetti da un momento all’altro l’effetto di immagine che balla, alla Max Headroom. Questo perché sono evidentemente molto controllati: il che non vuol necessariamente dire rigidi o innaturali, no, però l’impressione è quella di un gruppo che si fa un culo quadrato in sala prove, che ci tiene da matti a fare “meglio” dello standard che si richiederebbe a una band come loro (“fatece divertì”, “suonate o’rock’n’roll”). In buona sintesi - e contrariamente magari alla somma algebrica delle cose dette fin qui - piaciuti molto. Proprio molto. Piaciuti perché sono rock’n’roll nel modo più puro e semplice del mondo. Non hanno fatto Ask Me Anything però, la canzone più bella del nuovo album. Diciamo che non se la sono sentita di tentare il confronto. Forse. O forse no. No |
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